La migrazione di nanoparticelle di argilla dai materiali agli alimenti

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I polimeri organici sono indubbiamente i materiali più diffusi per l’imballaggio degli alimenti, grazie alla facilità con cui vengono lavorati in una gran varietà di formati, alla loro leggerezza ed infine al loro basso costo.

Nonostante i numerosi vantaggi, i polimeri organici hanno però un inconveniente abbastanza importante, che è rappresentato dal fatto che nessun polimero possiede tutte le proprietà di barriera e tutte le proprietà meccaniche necessarie per le normali applicazioni di imballaggio alimentare.

Normalmente questo inconveniente si supera usando diversi polimeri in miscela oppure usando pellicole multistrato dalla composizione anche complessa. Una metodologia innovativa per migliorare le proprietà dei polimeri prevede l’uso dei polimeri in forma di nanocompositi, cioè di materiali costituiti da più fasi, in cui almeno una delle fasi ha dimensioni inferiori a 100 nanometri (nm).

Nel settore alimentare, i materiali nanocompositi da imballaggio rappresentano attualmente la più importante applicazione delle nanotecnologie. Un esempio di nanocomposito è un polimero, che fa da “matrice”, con disperse delle nanoparticelle.

In generale, i nanocompositi hanno proprietà molto diverse da quelle dei materiali che li costituiscono. Questo significa che le proprietà meccaniche, di barriera, antimicrobiche, oltre alla biodegradabilità, possono migliorare sensibilmente introducendo delle nanoparticelle nei polimeri da imballaggio.

I nanocompositi polimerici vengono preparati disperdendo nella matrice polimerica dei riempitivi (i cosiddetti “fillers”) di dimensione nanometrica. Questi riempitivi nanometrici possono essere di tanti materiali diversi, a seconda dell’applicazione e delle proprietà che si vogliono migliorare; tra questi, le nanoargille vengono normalmente utilizzate per migliorare le proprietà barriera al vapore acqueo dei materiali.

Infatti le nanorgille hanno elevatissime capacità di assorbimento dell’acqua, che sono correlate alla loro buona plasmabilità quando sono miscelate con acqua, il che è alla base del loro utilizzo nell’industria ceramica.

Il presente è un’anticipazione dell’articolo che uscirà sul prossimo numero  della Rivista Macchine Alimentari. Per avere maggiori informazioni potete scrivere a redazione@macchinealimentari.it