Plastica Mogu da scarti alimentari

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Supermarket
Si chiama Mogu (fungo, in cinese), la bioplastica che fa a meno del petrolio, nata dall’unione delle due start up Mycoplast e Mycotirial, italiana la prima e olandese la seconda. Quattro giovani poco più che trentenni hanno deciso di mettere a frutto la loro laurea in ingegneria per creare bio-plastica dagli scarti di produzione alimentare. I biopolimeri ottenuti da rifiuti agricoli e funghi sono stati sviluppati durante gli ultimi 10 anni e hanno trovato alcune applicazioni commerciali negli Stati Uniti, soprattutto nel campo del packaging grazie alle loro caratteristiche. Il vantaggio di questa bio-plastica è di essere economicamente competitiva rispetto a polistirene e poly-foam. La plastica Mogu ha anche un valore ambientale perché è realizzata con scarti di produzioni locali, il processo di lavorazione è totalmente naturale e avviene a freddo inoltre, il materiale ottenuto è 100% compostabile; si presenta vellutata al tatto, flessibile, leggera, resistente agli urti, all’acqua e al fuoco, poiché i funghi sono composti da chitina, lo stesso biopolimero che troviamo nell’esoscheletro di insetti, granchi e gamberetti.