I “veri” imprenditori introducono nuovi prodotti e servizi, sfruttano le innovazioni tecnologiche, aprono i mercati, cambiano l’organizzazione della produzione. Nascono così idee del tutto inedite come il dosso stradale che recupera l’energia cinetica delle auto in transito e la trasforma in elettricità da immettere in rete o utilizzare in loco; i materiali nano-strutturati per l’industria dei polimeri; l’ ottimizzazione della distribuzione del calore in un piano di cottura o un nuovo modo di fare consulenza. In ogni startup ci sono le idee e l’energia imprenditoriale potenzialmente in grado di far ripartire l’economia. Ne sono persuasi Erika Daniel, Massimo Scuccato e Alfredo Gris, i tre tecnologi alimentari che hanno da dato vita ad Almater, una società di consulenza giovane, dinamica ed innovativa. Condividono la convinzione che lo sviluppo non possa più passare attraverso un’infinita crescita del consumo di prodotti e risorse, ma che sia indispensabile un uso intelligente di scienza e tecnologia per produrre meglio ed in modo più sostenibile e per concepire prodotti e servizi che oggi non esistono, ma che potrebbero farci vivere meglio.
Il nuovo modo di fare consulenza
Almater è stata inaugurata il 26 ottobre 2012, di cosa si occupa?
Di consulenza a tutto tondo per l’industria alimentare. Nonostante il settore sia tra i più regolamentati, la legislazione in materia è in costante
evoluzione e le nuove disposizioni influiscono su processi e costi di produzione. Le grandi realtà industriali hanno le risorse per affrontare tali situazioni, mentre per mantenere una corretta gestione della produttività, le piccole e medie aziende devono spesso appoggiarsi a consulenti che conoscano a fondo la materia e che operino come “facilitatori” per l’applicazione delle norme e per l’ ottimizzazione dei processi produttivi e distributivi. Rispondiamo a questi bisogni.
Quali erano le vostre precedenti esperienze lavorative?
Dopo la laurea in Scienze e tecnologie alimentari Erika e Massimo avevano optato per la libera professione, lavorando in ambito Assicurazione e Controllo Qualità, implementazione di certificazioni volontarie e formandosi come auditor di parte terza. Il mio percorso è stato un po’ diverso, ho lavorato a lungo in azienda occupando posizioni di rilievo nell’assicurazione qualità, produzione ed operation in diverse affermate realtà alimentari.
Come vi siete incontrati?
Abbiamo tutti studiato all’Università di Udine. Massimo era assistente presso il Dipartimento di chimica; con Erika ho frequentato alcuni corsi e sostenuto l’esame di Stato per l’abilitazione all’esercizio della professione.
Come è nata l’idea di collaborare per dare vita ad Almater?
Terminati gli studi nonostante i percorsi differenti, ci incontravamo agli eventi formativi organizzati dall’Ordine dei tecnologi alimentari del Veneto. Quando ho dovuto portare alla certificare l’azienda per cui lavoravo ho pensato che Erika potesse essere la consulente di cui avevamo bisogno. Ci siamo confrontati a lungo su idee e prospettive rendendoci conto di avere la stessa visione; abbiamo coinvolto Massimo ed unito le nostre “abilità” per fare un salto di qualità e per poter rispondere in modo organico alle molteplici esigenze delle aziende.
Come impostare una startup
Per l’ avviamento avete chiesto un aiuto esterno?
Non è stato facile concretizzare quanto avevamo in mente. Ci siamo subito scontrati con la burocrazia e la legislazione, ossia con la mancanza di contributi per le nuove imprese, l’impossibilità di costituire una “Srl professionale”, soluzione per cui avremmo volentieri optato ma non realizzabile in assenza dei Decreti attuativi. Altri ostacoli rilevanti sono stati i tempi ed i costi di avviamento. Abbiamo avuto degli ottimi “tutor”: un valido commercialista che ha seguito studio e realizzazione della forma giuridica ed un’agenzia che ha costruito il brand ed organizzato l’evento inaugurale. Massimo aveva un ufficio a Cittadella in provincia di Padova; è diventato la nostra sede.
Quali sfide avete vinto in questi pochi mesi?
La vera sfida è stata fare percepire con chiarezza i nostri quattro valori fondanti: professionalità, serietà, etica e sostenibilità. É facile comunicare questi principi quando si hanno già una certa credibilità ed un parco clienti consolidato, meno facile quando si è una startup. Se un cliente soddisfatto ci propone ad altre realtà sappiamo di aver vinto la sfida.
I punti di forza
Quale il punto di forza della vostra strategia?
Puntare sulla figura del Tecnologo alimentare. Ad oltre dieci anni dall’istituzione dell’Ordine professionale, questa figura è finalmente conosciuta ed apprezzata. Gran parte del merito va alla capillare divulgazione svolta dagli Ordini regionali, ad illustri colleghi che hanno contribuito al successo di importanti aziende ed ad alcuni interessanti portali web e forum dedicati. Nella brochure di Almater abbiamo evidenziato la figura del Tecnologo e la sua profonda conoscenza degli aspetti tecnico giuridici del comparto alimentare.
Abbiamo già acquisito importanti commesse ed abbiamo rafforzato l’organico inserendo due giovani colleghi.
Che caratteristiche deve avere un vostro potenziale collaboratore ?
Deve essere un tecnologo alimentare, serio, professionale, con un po’ d’esperienza ed abituato a soddisfare il cliente non solo portando a termine
un progetto, ma instaurando il tipo di collaborazione che permette ad entrambi di crescere, dando inizio ad un rapporto duraturo basato su stima e rispetto reciproco. L’esperienza professionale è importante ma sono altrettanto fondamentali il modo di porsi della persona, l’approccio ai problemi, la capacità di rapportarsi bene con il proprio referente aziendale.
Perché un cliente dovrebbe preferire voi ad un vostro concorrente?
Perché siamo un team affiatato, capace di rispondere ad ogni esigenza di sicurezza e qualità alimentare. Essendo tutti tecnologi iscritti all’albo siamo tenuti a rispettare codice deontologico e segreto professionale, possiamo avvalerci di quest’ultimo anche in sede di giudizio. Crediamo in un rapporto con il cliente basato sulla correttezza e sull’etica professionale, garantiamo puntualità nello svolgimento del lavoro, assoluta disponibilità nei confronti dell’azienda assistita, senza dimenticare la sostenibilità dei nostri progetti.
Nel settore alimentare le parole ricorrenti di questi ultimi mesi sono: crisi, export e green business. Come avete affrontato questi tre importanti temi?
Oggi l’imprenditore è l’eroe che non cede, nonostante il calo dei consumi e l’enorme carico fiscale e normativo. Le aziende vedono nell’ export un’ancora di salvezza e nella green economy un fattore di differenziazione. Noi le affianchiamo, per esempio consigliando le scelte migliori per le certificazioni di qualità ed ambientali. Per meglio seguirle nell’export abbiamo instaurato rapporti di collaborazione con società di trading facilitation.
Quale è lo strumento più importante per lo sviluppo di Almater?
Il rapporto tra noi tre soci. Solo basandolo sempre sulla stima e rispetto reciproco, sulla fiducia, sulla visione comune del business, potremo crescere come persone e far crescere di conseguenza la nostra azienda. Coltivarlo e investire in questo ogni giorno vuol dire avere un’arma potentissima che nessuno potrà toglierci o copiare.
Cosa che avreste voluto/dovuto fare in modo diverso?
Finora grazie al costante confronto reciproco, siamo sempre riusciti a trovare le soluzioni migliori. Partendo talvolta da idee differenti abbiamo mediato e trovato un accordo. Dobbiamo proseguire in questa direzione.
I vostri obiettivi per il 2013…
Pensiamo di organizzare diversi momenti formativi, convegni e corsi specialistici. Abbiamo avuto tante richieste in tal senso dalle aziende e vogliamo rispondere concretamente e con molta professionalità. Puntiamo anche ad allargare il parco clienti e ad incrementare le collaborazioni con l’estero per ampliare le nostra offerta a tutto vantaggio delle aziende.