Più gli alimenti sono complessi più ci si sente sazi

1714

IAH00114F02.tif

Aumentando la complessità degli alimenti diminuisce l’assunzione indipendentemente dal tempo di masticazione: questo è quanto è emerso da uno studio neozelandese nel quale i ricercatori hanno sviluppato modelli di alimenti con un’elevata (HC) e bassa (LC) complessità strutturale, ma con un apporto energetico, un sapore e un tempo di masticazione analoghi. Durante lo studio sono stati coinvolti 26 volontari che dovevano digiunare nelle tre ore precedenti il test e assumere un pasto a due portate. Tutti i pasti sono stati somministrati alla stessa ora della giornata con un intervallo di 3 giorni tra una sessione e l’altra. Il primo piatto era costituito da 250 g di pasta al pomodoro: i partecipanti potevano mangiarne quanto volevano e circa metà ha richiesto un bis. Questo piatto è stato consumato in 20 minuti, dopodichè è stato chiesto di compilare un altro questionario sull’appetito, mentre i ricercatori registravano la quantità di pasta mangiata. La seconda portata era costituito da 100 g di torta al cioccolato, ma i partecipanti potevano richiederne altra. Avevano 20 minuti per consumerla dopodiché hanno completato un altro questionario sull’appetito. Nelle 3 ore successive i partecipanti dovevano completare un diario segnando il quantitativo e la tipologia di alimenti o bevande consumati. Durante il secondo giorno di test sono stati alternati i modelli LC e HC. Dai risultati ottenuti è emerso che il gruppo HC ha consumato un quantitativo di pasta significativamente inferiore rispetto al gruppo LC, mentre non sono state registrate variazioni significative nel consumo della torta al cioccolato. Il gruppo HC ha inoltre riportato sul questionario, un minor desiderio di mangiare e un aumento del senso di sazietà e in totale questo gruppo ha assunto meno calorie dell’altro gruppo.