Nonostante i coloranti sintetici presentino costi di produzione inferiori a quelli dei pigmenti naturali, la loro sintesi è in continua diminuzione a causa dei rischi per la salute dei consumatori derivanti dal loro utilizzo. Al contrario, l’interesse per lo sviluppo di tecnologie estrattive di coloranti da fonti naturali è in continuo aumento. Ad oggi, i sistemi più utilizzati sono quelli che si basano sulla tradizionale estrazione con solvente, ma questi metodi sono caratterizzati da procedure che richiedo tempi lunghi e possono provocare la degradazione dei coloranti stessi. In questo contesto, nel presente lavoro viene illustrato un nuovo sistema in grado di lavorare sia in condizioni supercritiche (SFE), sia in presenza di liquidi pressurizzati (PLE). I test sono stati effettuati utilizzando, come sorgente di coloranti naturali, semi di annatto e bucce dei frutti di jabuticaba. Il primo di questi due materiali è stato estratto in condizioni SFE, mentre il secondo in condizioni PLE. I risultati dimostrano che il sistema può operare in entrambe le modalità con rese di estrazione simili a quelle fornite da sistemi commerciali che lavorano solamente in SFE od in PLE. In particolare, dalle bucce di jabuticaba, attraverso un processo frazionato, sono stati ottenuti due estratti differenti: uno ricco di antociani (da utilizzare come pigmento) ed uno ricco di composti lipofili (da utilizzare come ingredienti funzionale). Ciò permette di concludere che il sistema sviluppato è sufficientemente flessibile da fornire diversi ingredienti a partire dalla medesima fonte naturale, attraverso semplici modifiche operative.
Bibliografia
D.T. Santos et al., Procedia Food Science, 1, 2011, 1581-1588