La ricetta perfetta per la polimerizzazione mediante radiazioni per gli imballaggi destinati ai prodotti alimentari non è stata ancora proposta né definita dai legislatori dell’Unione europea. Allo stato attuale esistono solo norme di buona fabbricazione (NBF) e un regolamento quadro. Questi sono rispettati e ampiamente adottati nella filiera degli imballaggi di prodotti alimentari, ma non rappresentano ancora una risposta definitiva. Partendo da questo presupposto è nato il Food Packaging Seminar, svoltosi a Stoccarda a settembre da RadTech Europe, l’associazione per la promozione delle tecnologie di polimerizzazione mediante radiazioni in tutti i mercati europei. L’evento ha riunito circa 90 partecipanti: tutti esperti che operano in diversi ambiti correlati alla catena del valore del packaging per prodotti alimentari (materie prime, inchiostri di stampa, apparecchiature, materiali e proprietari di marchi) per parlare del corretto uso della polimerizzazione mediante radiazioni in stampe non nocive per gli alimenti. La finalità: consentire a questa tecnologia, che offre un’ampia gamma di vantaggi, di raggiungere il suo meritatissimo potenziale.
Panoramica del mercato
Stephen Harrod, autore di molte relazioni di mercato approfondite per Smithers Pira sugli aspetti dell’imballaggio e della stampa, ha fatto il quadro della situazione con una panoramica del mercato del packaging globale e le macro tendenze attuali. Per il 2014 ha previsto una crescita nell’economia globale, in ripresa, pari a circa il 3,5%, con una crescita annuale del 4% fino al 2018. Il packaging per prodotti alimentari (un mercato di 55 miliardi di euro nel 2013) secondo lui farà registrare una crescita reale annuale del 2,1% fino al 2018. In testa i seguenti settori: carne, pesce e pollame; prodotti refrigerati (compresi i cibi pronti); e prodotti alimentari freschi e verdure. La polimerizzazione UV, in questo ambiente dinamico, ha molto da offrire: buone credenziali ambientali (assenza di VOC e solventi); produzione rapida e prestazioni elevate. Gli ostacoli che si frappongono al suo impiego attualmente sono il costo (in termini di consumo di inchiostri, rivestimenti ed energia); difficoltà di utilizzo percepita; calore emesso dalle lampade UV standard; “timori” riguardanti la salute, tra cui la migrazione della stampa attraverso il materiale di imballaggio; e difficoltà di riciclaggio. In conclusione, Stephen Harrod ha evidenziato la forte crescita della stampa a getto d’inchiostro. La stampa a getto d’inchiostro UV sta già facendo registrare un tasso di crescita annuale composto del 14,8%, accompagnata da un continuo e notevole perfezionamento della tecnologia: teste di stampa, inchiostri, sistemi di polimerizzazione, integrazioni android e macchine da stampa. “Il packaging è una grande opportunità” ha concluso Harrod “per questa versatile tecnologia di stampa.”
Aspetti chimici applicati
Francis Bergiers, specialista servizio tecnico e sviluppo presso Allnex, ha poi fornito una panoramica completa della chimica applicata alla stampa e agli imballaggi. Gli inchiostri per la polimerizzazione UV ed EB devono offrire viscosità, bagnatura dei pigmenti, velocità di polimerizzazione, adesione, flessibilità e resistenza ai graffi, nonché resistenza ad agenti chimici come i solventi. Ulteriori requisiti per la stampa di imballaggi per prodotti alimentari sono scarso odore, non trasferibilità di gusto e basso livello di migrazione. Tutto ciò, ha sottolineato, deve avere un prezzo accettabile. Bergiers ha evidenziato le recenti innovazioni che hanno particolare rilevanza per l’imballaggio dei prodotti alimentari, come gli acrilati autopolimerizzanti; gli acrilati che offrono un elevato livello di purezza, gli acrilati con un compromesso migliore tra elevato peso molecolare e viscosità; e la capacità di ottenere una maggiore funzionalità degli acrilati mediante sistemi a viscosità più bassa.
“Pensare come un’azienda alimentare”
Una volta illustrata la tecnologia, è giunto il momento di sentire la voce dei clienti: Stephen Klump, Global Head of Packaging Quality and Safety, Nestlé, che ha parlato di “gestione dei rischi”. Ha descritto i molti rischi associati alla grande varietà di materiali che vengono a contatto con il cibo. Nastri trasportatori, stampi in plastica e tubature sono tra i fattori di rischio nella lavorazione di prodotti alimentari. Mentre i materiali di imballaggio (carta, cartoncino, plastica, metallo, vetro, verniciature, inchiostri e adesivi) sono fattori di rischio per i prodotti finiti o semi-finiti, così come lo sono tutta un serie di oggetti collaterali, come le cannucce, gli stecchi per gelati, i dispenser di bibite ecc. Stephen Klump ha spiegato che i consumatori sono molto consapevoli della presenza di problemi per i prodotti alimentari, evidenziando il recente scandalo della carne di cavallo, e ricordando ai presenti che il coinvolgimento di governi, ONG e media fa sì che l’attenzione dei consumatori venga amplificata. In una filiera di tale complessità, a cui contribuiscono molti fornitori specializzati di prodotti chimici e materie prime, nonché trasformatori, imballatori, proprietari di marchi e rivenditori, un problema di sicurezza identificato pubblicamente può avere conseguenze nefaste per un marchio. L’impegno notevole e ininterrotto di Nestlé per la riduzione di tali rischi mediante il suo programma di sicurezza e conformità degli imballaggi è da lungo affermato e comprovato. Klump ha esortato i partecipanti a unirsi a lui e “pensare come un’azienda alimentare”.
Il certificato di conformità Nestlé
I fornitori della catena del valore non sempre soddisfano le aspettative. “Se c’è un problema” ha spiegato Stephen Klump “sta al fornitore scoprirlo prima che lo facciano altri”. Ha elencato i problemi con cui è stata alle prese la sua azienda nell’ambito del packaging a partire dal 1991. Un elenco che ovviamente include anche oli minerali, BPA e ITX e problemi di odore. Ha illustrato un programma attraverso il quale i fornitori possono garantire un operato che soddisfa gli standard del certificato di conformità Nestlé, parallelamente ai regolamenti e alle normative UE e FDA. Tutti i requisiti del certificato di conformità sono comunicati in modo chiaro e trasparente ai fornitori, e vengono regolarmente aggiornati.
Test e legislazione
La sessione successiva del seminario è stata dedicata allo stato attuale della legislazione e dei test, considerandone inoltre opportunità e ostacoli. Andreas Grabitz, esperto tecnico e legale di Eurofins Consumer Product Testing, ha presentato due lavori approfonditi e istruttivi: il primo sui principi e le specifiche dei test analitici su verniciature e inchiostri UV in diverse situazioni; il secondo sui vari requisiti di legge in vigore relativi all’imballaggio dei prodotti alimentari dal punto di vista della sicurezza, inclusi dettagli sulla legislazione svizzera e su quella imminente in Germania.
Il punto di vista dell’associazione europea per gli inchiostri di stampa
Mettere in pratica la scienza è stato l’argomento affrontato dal presidente del gruppo di lavoro per l’energy curing dell’associazione europea per gli inchiostri di stampa (EuPIA), Nick Ivory, che è inoltre direttore tecnico di Sun Chemical. La EuPIA sostiene attivamente il ricorso a prodotti di energy curing nella stampa di imballaggi per prodotti alimentari. Da questo punto di vista, ha espresso apprezzamento per il lavoro svolto da vari fornitori di acrilati e fotoiniziatori su pratiche destinate alle autorità svizzere e tedesche: lavoro che aiuterà a fissare limiti di migrazione più tolleranti per fotoiniziatori e acrilati comuni. L’iniziativa è sostenuta dalla EuPIA con la fornitura di dati sulla migrazione. Dopo aver enucleato tutti gli aspetti pratici, ha illustrato le difficoltà dell’industria nell’individuare con esattezza il modo corretto di procedere nel contesto legale, che è poco chiaro. “In assenza di una legislazione europea riconosciuta” ha precisato “è un po’ come la questione del riscaldamento globale!” Tuttavia ha concluso dicendo che i prodotti di energy curing POSSONO essere utilizzati in sicurezza per l’imballaggio di prodotti alimentari, fintanto che la loro adeguatezza è pienamente valutata.
Inchiostri inkjet a bassa migrazione
Marc Graindourze di Agfa Graphics ha affrontato l’argomento della tecnologia a getto d’inchiostro a bassa migrazione per la stampa di imballaggi di prodotti alimentari. Ha spiegato che si tratta di una tecnologia che sta offrendo una serie di possibilità completamente nuove ai proprietari di marchi, ed è rispettosa dell’ambiente. Le opportunità includono personalizzazione di massa, stampa just-in-time, promozioni e stampa di dati variabili: tutte operazioni che si avvalgono di una tecnologia di stampa versatile, veloce, affidabile e personalizzabile per applicazioni specifiche. La tecnologia di inchiostro a bassa migrazione di Agfa Graphics offre un risultato di stampa che sta rispondendo positivamente ai test sull’eliminazione della migrazione e il trasferimento in svariate applicazioni di packaging per prodotti alimentari e farmaceutici. È inoltre una soluzione per la stampa diretta su un supporto di imballaggio: una soluzione imminente, ha spiegato l’esperto, poiché per aggiungere un’etichetta all’imballaggio ci vogliono tre passaggi, mentre la stampa diretta ne richiede solo uno. Graindourze ha concluso dicendo che i nuovi inchiostri Agfa Graphics costituiranno un elemento di un sistema integrato che prevede inoltre la collaborazione nella filiera.
La voce del settore del cartoncino
Il direttore tecnico della divisione per il cartoncino della federazione delle industrie di stampa britanniche (BPIF Cartons), John Wilson, che è inoltre Product & Applications Manager di Sun Chemical, ha chiuso la serie di interventi con una panoramica, dal punto di vista del settore dell’imballaggio predominante, sull’impiego sicuro della polimerizzazione mediante radiazioni. Gli stampatori operanti nell’ambito del packaging per prodotti alimentari che hanno scelto di utilizzare gli inchiostri a bassa migrazione polimerizzati mediante radiazioni si trovano di fronte a una serie di nuove sfide e a domande che richiedono risposte sia da parte dei proprietari dei marchi/rivenditori sia da parte dei fornitori. La BPIF sostiene attivamente i propri soci, nei seguenti modi: con la creazione di un questionario sulla bassa migrazione, che i membri dell’associazione possono utilizzare con i fornitori come documento di discussione; mettendo a fuoco aspetti tecnici negli incontri; ed esplorando i nuovi “cartoncini barriera” che le cartiere stanno attualmente introducendo sul mercato. Wilson ha riconosciuto che la BPIF Cartons sta seguendo attentamente le linee guida Nestlé ed EuPIA, a riprova del fatto che in un settore in cui la legislazione non è ancora chiara, la filiera sta prendendo l’iniziativa e creando il proprio consenso.
Conclusione
Il segretario generale Mark Macaré ha concluso dicendo che il seminario RadTech Europe ha fatto fare all’industria un passo avanti lungo la strada della completa chiarezza nel settore della polimerizzazione UV/EB nel segmento dell’imballaggio di prodotti alimentari.