Le difficoltà legate al riconoscimento su base morfologica dei prodotti ittici hanno portato alla ricerca di metodi alternativi che garantiscano una corretta identificazione soprattutto per quei prodotti che, in relazione alla lavorazione, sono maggiormente esposti a frode per sostituzione. In un lavoro svolto dal Centro Sino per la Sicurezza Alimentare FishLab, attraverso lo sviluppo di una metodica per l’amplificazione ed il sequenziamento di porzioni di DNA mitocondriale, sono stati esaminati filetti di pesce acquistati come Halibut della Groenlandia da una mensa scolastica e segnalati per la loro reazione inusuale alla cottura. L’analisi filogenetica condotta su alcuni frammenti di geni ha permesso di identificare i prodotto come Passera del Pacifico, evidenziano quindi l’esistenza di una frode commerciale. Pur confermando le grandi potenzialità delle metodiche basate sull’analisi del DNA come strumento di controllo e tracciabilità di filiera, i risultati di questo lavoro, hanno mostrato l’importanza di procedere attraverso una strategia mirata che, di volta in volta, consideri la natura e la tipologia de prodotto e la disponibilità di informazioni sui database molecolari.