Effetto della struttura degli alimenti sulla sazietà

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shutterstock_174308033In uno studio pubblicato sull’American Journal of Physiology: Gastrointestinal and Liver Physiology sono stati valutati gli effetti della struttura degli alimenti sulla sazietà esaminando il ruolo della ritenzione gastrica e della percezione dei nutrienti come indicato dal CCK, un ormone secreto nel tratto gastrointestinale. Per lo studio i ricercatori hanno preparato due pasti: il primo, liquido e omogeneo usato come controllo e uno indicato come “pasto attivo”, una miscela solido-liquida. Entrambe sono stati somministrati a 10 volontari maschi sani con un’età compresa tra i 20 e 50 anni, con un indice di massa corporea compreso tra 19 e 30. Durante il lavoro sono state effettuate valutazioni soggettive dell’appetito, del contenuto gastrico utilizzando uno scanner MRI e dei livelli plasmatici del CCK nel corso di un periodo di tre ore. Il pasto attivo ha dimostrato di ridurre la fame, registrando un punteggio di sazietà maggiore rispetto al pasto di controllo. Fino a circa 50 minuti dopo l’ingestione, i tassi di svuotamento dello stomaco registrati per il pasto di controllo sono stati più che doppi rispetto al pasto attivo e i livelli di CCK plasmatico sono stati superiori. Tuttavia, dopo questa ora, sia lo svuotamento gastrico che i livelli plasmatici di CCK sono risultati simili. I ricercatori hanno però notato che il pasto attivo nello stomaco si separa in due strati: quello superiore è il liquido povero di energia mentre quello inferiore è un sedimento viscoso ricco di energia. Il sedimento entra prima nell’intestino tenue lasciando sopra lo strato povero di energia: questo meccanismo aumentava il senso di sazietà.