Tutte le applicazioni del bergamotto di Reggio Calabria

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Franz Eugen Köhler, Köhler’s Medizinal-Pflanzen

Il bergamotto (Citrus Bergamia Risso) è un frutto ibrido naturale derivato all’arancio amaro (Citrus aurantium L.) e dal limone (Citruslimon L.), caratterizzato da un tronco dritto e tendenzialmente regolare, con una corteccia di colore marrone scuro tendente al grigio.

Le sue dimensioni non vanno oltre i 4-5 m di altezza e l’apparato radicale si sviluppa entro 50 cm di profondità. Le foglie sono più grandi rispetto a quelle della maggior parte degli altri agrumi e nella loro epidermide sono presenti numerose ghiandole oleifere che le conferiscono il caratteristico profumo.

L’impollinazione in genere è di tipo entomofilo e la fioritura avviene nel periodo compreso tra fine Marzo e Maggio (Pellegrino et al., 2015). Le varietà esistenti sono tre:

  • Castagnaro: presenta elevata vigoria e rusticità, ma è caratterizzato da una minore resa rispetto alle altre varietà e da un’alternanza produttiva elevata;
  • Femminello: presenta una vigoria più bassa rispetto al castagnaro, ed è caratterizzato da una ridotta alternanza di produzione e una qualità superiore dell’olio essenziale;
  • Fantastico: in termini di vigoria e rusticità presenta caratteristiche intermedie alle precedenti varietà. In virtù dell’elevata produttività e della buona qualità dell’essenza, questa varietà ha sostituito, nel corso degli anni, quasi la totalità delle piante di bergamotto coltivate nella provincia di Reggio Calabria.

In passato questo agrume era coltivato soltanto per estrarre il pregiato olio essenziale da destinare all’industria profumiera. Oggi il bergamotto risulta essere un volano per l’agricoltura e per il territorio di vocazione della cultura, il quale è racchiuso in una striscia della provincia di Reggio Calabria che vede ai due estremi Villa San Giovanni e Monasterace.

Il nuovo vigore commerciale del bergamotto è da ricercare, oltre che nel riconoscimento della DOP per l’olio essenziale, nei molteplici usi e nelle proprietà dell’agrume. Il prodotto di maggior valore commerciale rimane l’essenza, la quale è costituita da circa 350 componenti, ed è richiesta dall’industria profumiera per le sue peculiari caratteristiche di fissatore del bouquet aromatico. Inoltre essa è anche largamente utilizzata in campo cosmetico e farmaceutico.

Anche l’industria dolciaria e dei liquori ha sviluppato nuove linee di prodotti ponendone in commercio alcuni dal caratteristico aroma di bergamotto. Un vasto campo di applicazione trovano pure prodotti quali il succo, da impiegare nella preparazione di bevande analcoliche e in numerosi prodotti alimentari. Dal frutto si possono ottenere anche prodotti come marmellate, canditi, caramelle, gelati e dalle scorze si ricavano le pectine, da usare come gelatinizzanti.

I residui della lavorazione industriale denominati “Pastazzo”, possono essere impiegati allo stato fresco, secco o insilato, come alimento per gli animali di interesse zootecnico ottenendo un risparmio economico perché vengono utilizzati in sostituzione parziale a fonti energetiche tipo i cereali, contribuendo ad un miglioramento qualitativo della carne (Scerra et al, 2018). Il “Pastazzo” costituisce inoltre un ottimo ammendante per il terreno.

In riferimento al settore farmaceutico, il bergamotto e i suoi derivati hanno dimostrato di esercitare importanti attività biologiche sia come agenti protettivi su cellule umane esposte a necrosi tumorale sia come antiossidanti (Leopoldini et al., 2010; Trombetta et al., 2010).

Questo agrume contiene una quantità molto elevata di flavonoidi, soprattutto naringina e neosperidina (in media il succo presenta 106 mg/l di naringina e 64 mg/l di neosperidina) (Postorino et al., 2002), tale classe di composti hanno mostrato degli interessanti effetti benefici sulla salute umana, proprio grazie alle loro proprietà antiossidanti (Kawaii et al., 1999). Inoltre particolare menzione meritano gli HMG – flavonoidi, dato che le ricerche indicano effetti positivi sul colesterolo (Di Donna et al. 2009 e 2014).

BIBLIOGRAFIA

  • Di Donna L., De Luca G., Mazzotti F., Napoli N., Salerno R., Taverna D., Sindona G.; Statin like Principles of Bergamoit fruit (Citrus Bergamia), 2009: Isolation of 3 – Hydroxymethylglutaryl Flavonoid Glicosydes. Nat. Prod., 72, 1352–1354;
  • Di Donna L., Iacopetta D., Cappello A. R., Gallucci G., Martello E., Fiorillo M., Dolce V., Sindona G., 2014; Hypocholesterolaemic activity of 3 – Hydroxy – 3 – Methyl – glutaryl falvanones enriched fraction from bergamoit fruit (Citrus Bergamia): “In vivo” studies. Funct. Foods,7, 558-568;
  • Kawaii, S., Tomono, Y., Katase, E., Ogawa, K., & Yano, M., 1999. Effect of citrus flavonoids on HL-60 cell differentiation. AnticancerResearch, 19, 1261-1269;
  • Leopoldini, M., Malaj, N., Toscano, M., Sindona, G., & Russo, N., 2010. On the inhibitor effects of bergamot juice flavonoids binding to the 3-hydroxy-3-methylglutaryl-CoA reductase (HMGR) enzyme. Journal of Agricultural and Food Chemistry, 58(19),10768-73;
  • Pellegrino P., Mafrica R., Zappia R, 2015; La coltivazione del bergamotto tra innovazione e tradizione, da Atti del convegno Storie di Bergamotto, Artemis, Reggio Calabria, pp. 35 – 41;
  • Postorino E., Finotti E., Castaldo D., Pirrello A., 2002. La composizionechimica del “pastazzo” di Bergamotto. Essenze derivati Agrumari, pp. 72,15, 16, 17, 18, 19;
  • Scerra M, Foti F., Caparra P., Cilione C., Violi L., Fiammingo G., D’Agui G., Chies L., 2018: Effects of feeding fresch bergamot (Citrus BergamiaRisso) pulp at up to 35% of dietary dry matter on growth performance andmeat quality from lambs, Small Ruminant Research (n. 169): 160 – 166;
  • Trombetta, D., Cimino, F., Cristani, M., Mandalari, G., Saija, A., Ginestra, G., Speciale, A., Chirafisi, J., Bisignano, G., Waldron, K., Narbad, A., & Faulds, C. B., 2010: In vitro protective effects of two extracts from bergamot peels on human endothelial cells exposed to tumor necrosis factor-alpha (TNF-alpha). Journal of Agricultural and Food Chemistry, 58(14), 8430-8436.

Squillaci A. M. Tecnologo Alimentare; Foti F. Dipartimento di Agraria, Università Mediterranea di Reggio Calabria.