Gastronomia, fra trend sociali e rivoluzione green

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BAT Buffer, sistema di accumulo Lifo senza pressione flessibile. Ideale per sacchetti di biscotti e prodotti da forno, confezioni di riso, bottiglie di plastica, lattine e barattoli, bevande in cartone, prodotti inscatolati, formaggi confezionati.

L’impatto sulle linee di produzione, per il mercato dei piatti pronti, richiede sempre più un significativo adeguamento tecnologico.

Il mercato dei piatti pronti è estremamente interessante ormai da molti anni. Che sia segno dei cambiamenti sociali o delle abitudini di consumo delle persone, mostra l’alternarsi di diverse tendenze: le monoporzioni per i single o per chi consuma pasti veloci sul posto di lavoro, i formati famiglia surgelati o liofilizzati per le famiglie in cui entrambi i membri della coppia lavorano a tempo pieno e hanno meno tempo a disposizione oppure per esempio i piatti vegetariani o vegani.

La lista è molto più lunga, ma vi sono due tendenze che in questo momento sono molto interessanti per MH Material Handling, perché richiedono un più significativo adeguamento tecnologico sia in fase di produzione sia successivamente in tutta la supply chain. “Mi riferisco in particolare alla ricerca di ricette più elaborate e di maggiore qualità, possibilmente fresche”, spiega Luca Fontana, direttore commerciale MH, “e alla spinta ecologista che porta a ripensare radicalmente il packaging, forzatamente monouso, di prodotti che si candidano per essere consumati anche quotidianamente. Alla luce di queste considerazioni vogliamo concentrarci sulla gastronomia, includendo le diverse ricette di pasta fresca, le torte salate e le carni preparate a cui accostare eventualmente diverse varietà di contorno”.

Attenzione al packaging

Il primo elemento da analizzare è ovviamente il tipo di confezione e già le cose si complicano perché l’esigenza di mettere sullo scaffale un prodotto fresco e non surgelato, che pertanto andrebbe confezionato in atmosfera modificata, si scontra con il fatto che i materiali di imballo adatti a questo tipo di confezionamento non possono essere biodegradabili o compostabili (quantomeno allo stato attuale), mentre qualche compromesso si può ottenere con il sottovuoto.

Che si scelgano i materiali compostabili o che si rimanga sulla plastica, purché riciclabile, con la spinta alla massima riduzione nella quantità di materiale utilizzato, il risultato dal punto di vista del produttore di macchine di processo o confezionamento è lo stesso: ci si troverà a dover trattare dei prodotti più delicati, fragili o quantomeno molto deformabili che introducono pertanto alcune complicazioni. La prima nota dolente riguarda le performance delle macchine esistenti: materiali più leggeri e sottili o con caratteristiche diverse possono richiedere un abbassamento di velocità della linea, sempre che la macchina abbia questa flessibilità.

Heliflex, sistema di accumulo Lifo senza pressione, adatto anche per processi di condizionamento. Ideale per biscotti e dolciumi, buste di piccole dimensioni, raffreddamento formaggi.

La situazione peggiore è naturalmente che la macchina debba essere sostituita integralmente. Il secondo problema, che ha maggiore impatto per chi come M.H. Material Handling fa nastri trasportatori, è che si riduce se non addirittura scompare la possibilità di accumulo dei prodotti. Insieme ai problemi, come sempre si presentano anche delle opportunità e in questo caso si può procedere a suddividere la produzione richiesta su un maggior numero di macchine più lente a partire dai disimpilatori di vaschette che a questo punto lavoreranno su un numero maggiore di colonne.

Scenderà anche la velocità lineare dei nastri trasportatori a tutto vantaggio di meccanica meno stressata e linee in definitiva più efficienti. Se per le linee di processo e per i forni aumentare il numero di file non è un problema significativo in quanto già prevedono questa modalità di funzionamento, per le sigillatrici e per le macchine di confezionamento secondario le cose potrebbero essere un po’ più complicate.

Riducendosi la possibilità di accumulo diventa critica la gestione delle microfermate per incastri o per alimentazione del magazzino imballi (bobine o cartone che sia). Anche la durata delle fermate potrebbe aumentare, visto che a imballi più leggeri può corrispondere un ciclo di pulizia o lavaggio più lungo. Anche qui la soluzione esiste e può aiutare a bilanciare le differenze tra i flussi di produzione delle diverse macchine presenti in linea.

Sistemi di polmonatura

Inserire un sistema di polmonatura, rigorosamente SENZA PRESSIONE, è la risposta giusta. La scelta sulla modalità di funzionamento LIFO o FIFO dipende unicamente dal prodotto, dalla sua vita utile e dalla possibilità di restare in linea per diversi minuti senza per questo deperire o soffrire di un degrado di qualità. Possiamo portare l’esempio di una applicazione realizzata recentemente proprio nel settore gastronomia di un cliente della GDO. Il nostro BAT-Buffer, qui in versione con struttura in acciaio inox, è stato posto all’uscita del forno e prima della sigillatrice di vaschette.

Il forno è ovviamente una macchina che non consente fermate, pena la distruzione del prodotto e addirittura il rischio di incendio, il sistema di polmonatura permette agli operatori di linea di avere circa cinque minuti di tempo per risolvere le microfermate oppure, in caso di rotture catastrofiche di organizzare la fermata della linea e lo svuotamento manuale del forno.

Una menzione conclusiva sui sistemi di raffreddamento quale può essere l’Heliflex o refrigerazione: dal punto di vista meccanico questi dispositivi non subiscono impatti particolari nell’utilizzo con le nuove confezioni, ma lo scambio termico e quindi il tempo ciclo potrebbe subire dei cambiamenti, è buona norma effettuare una verifica in questo senso.

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