La cellulosa prodotta dai batteri per gli imballaggi alimentari

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A questo proposito, sono state già usate pellicole di cellulosa batterica contenenti nisina per controllare la crescita della Listeria monocytogenes e ridurre il contenuto di batteri aerobici sulla superficie dei wurstel confezionati sottovuoto. All’interno della cellulosa batterica è stata anche incorporata la ε-poli-L-lisina, una sostanza antibatterica, ed è stato così prodotto un materiale per l’imballaggio delle salsicce con permeabilità all’ossigeno inferiore ai materiali solitamente usati e con resistenza alla trazione di poco inferiore a quella della cellulosa batterica pura. Inoltre, è stata preparata anche cellulosa batterica con acido sorbico, in grado di rilasciare l’agente antimicrobico in modo controllato. Diversi gruppi di ricerca hanno recentemente prodotto anche compositi di cellulosa batterica con nanoparticelle d’argento, che hanno una elevata attività antimicrobica contro l’Escherichia coli, lo Staphylococcus aureus e il Bacillus subtilis. E’ possibile produrre anche la cellulosa batterica in forma tubolare. La cellulosa in questa forma può essere utilizzata come involucro alimentare e può essere preparata mediante processi di “formatura”. In conclusione, nel prossimo futuro ci sono prospettive di un utilizzo sempre più ampio della cellulosa batterica nei vari settori dell’industria alimentare. Questo però prevede di risolvere diversi problemi, perché i metodi di produzione attuali non producono cellulosa microbica in quantità adatte alla commercializzazione, quindi grande attenzione dovrà essere posta al miglioramento dei processi e della qualità, con diminuzione dei costi.

Bibliografia
Z. Shi, Food Hydrocolloids, 35, 2014, 539