L’Istituto Superiore di Sanità e i nanomateriali

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shutterstock_18107806Tra le categorie di ingredienti alimentari disciplinate, il Reg. n°2283/2015/UE – novel food, che entrerà in vigore il 1 gennaio 2018, cita i nanomateriali ingegnerizzati. EFSA dovrà valutarne la sicurezza prima della immissione in commercio. In Italia, il Dipartimento di sanità pubblica veterinaria e sicurezza alimentare dell’Istituto superiore di sanità è impegnato nella valutazione delle ricadute dell’impiego di nanomateriali sulla sicurezza degli alimenti e sulla salute dei consumatori. In particolare partecipa allo sviluppo di metodi analitici da adottare in ambito UE, alla valutazione del rischio in sede EFSA (NanoNetwork), ai progetti di nanotossicologia europei (Nanogenotox, NANoREG) e nazionali. I temi meritevoli di maggiore attenzione sono l’inclusione dei nanomateriali nella categoria novel food e la necessità di metodi aggiornati per valutare gli aspetti di sicurezza legati nello specifico alla dimensione delle particelle che potrebbero essere assorbite dall’organismo in modo differente rispetto alle omologhe particelle standard. I nanomateriali hanno proprietà fisiche particolari trasmissibili al materiale cui sono applicati. Nel settore alimentare possono migliorare sapore, colore e consistenza dei prodotti, incrementare assorbimento e biodisponibilità di alcuni nutrienti e integratori, proteggere da contaminazioni microbiche. Possono migliorare le caratteristiche del packaging, essere usati per il controllo di qualità (nanosensori che seguono la tracciabilità degli alimenti e ne monitorano le condizioni durante il trasporto). Alle predette opportunità si contrappongono alcuni potenziali rischi. Tra questi la presenza “non intenzionale” negli alimenti dovuta alle tecniche di produzione di alcuni additivi; potrebbero infatti formarsi alcune frazioni in forma nano che devono essere identificate e valutate.