Mercato mondiale del cioccolato: altalenante, ma in forte crescita quello asiatico 

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Nell’ultimo Salon du Chocolat di Milano, sono stati resi noti alcuni dati di Euromonitor International riguardanti il mercato del cioccolato.

Nei Paesi occidentali il consumo di cioccolato ristagna o decresce (-2% dal 2010 al 2015 in Nord America). In compenso, aumenta la spesa complessiva (in Europa del 2%, negli Usa del 4%). In poche parole: se ne mangia meno, ma più caro. In Cina, negli ultimi dieci anni, i consumi sono più che raddoppiati, anche se rimangono lontani da quelli occidentali: 100 grammi all’anno i cinesi, 8 chili gli inglesi.

Le previsioni dicono che la Cina sarà il secondo mercato del cioccolato entro il 2020. Nel 2016 sono stati spesi in cacao e derivati almeno 123 miliardi di dollari, quasi 30 soltanto in tavolette o barrette di cioccolato, in prevalenza al latte, con una crescita del 12% tra il 2012 e il 2016. La produzione annua a livello mondiale è calata del 5% nel biennio 2013-2015, per tornare a crescere e segnare il record di produzione di 4milioni di tonnellate nel 2016.

Le stime Icco (Organizzazione internazionale del cacao) indicano che dal 2020 si avrà un deficit dell’offerta di cacao rispetto alla domanda. I mercati internazionali hanno risposto con un aumento del prezzo del cacao. Ma quando Euromonitor, all’inizio dello scorso anno, ha definito i dati ICCO sbagliati, il prezzo del cacao è crollato del 30% in meno di 3 mesi. Segno di una forte speculazione su questo prodotto. Il mercato italiano vale 2,5 miliardi di euro.

L’export del cioccolato made in Italy ha raggiunto i 665 milioni di euro, il 6,1% del mercato mondiale. La materia prima, ovvero il cacao, arriva principalmente da Costa d’Avorio (1,7 milioni di tonnellate annue nel 2015) e Ghana (835mila tonnellate nel 2015), che insieme coprono quasi il 60% del mercato mondiale. Con il loro cacao sono prodotti soprattutto cioccolati da copertura, mentre quelli provenienti da Venezuela, Ecuador, Colombia e Perù sono utilizzati per tavolette, praline, cioccolatini.

I maggiori trasformatori al mondo sono gli olandesi con una produzione annua di 530mila tonnellate. Gli italiani non sono dei grandi consumatori di cioccolato: 4 chili rispetto ai 9 degli svizzeri. Il fondente resta il preferito, con il 40% degli acquisti, seguito da quello al latte e da quello bianco che perdono mercato, anche a causa dell’aumento dei consumatori intolleranti al lattosio.

In compenso si aprono nuovi mercati: biologico, halal, kosher, vegano, senza glutine. Alla classica tavoletta vengono preferiti i formati più piccoli come le praline.