Nuovi cereali, valutazione del contenuto in composti bioattivi di diverse varietà di Tritordeum

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Negli ultimi anni l’interesse da parte dell’industria alimentare nei confronti dell’impiego di specie cerealicole caratterizzate da elevate concentrazioni di composti bioattivi è in costante aumentando.

In questo contesto, il Tritordeum, derivante dall’ibridazione tra orzo selvatico e frumento duro, è attualmente un cereale proposto quale ingrediente base per una vasta gamma di alimenti. A questo proposito, nel presente lavoro è stata analizzata la distribuzione di diversi composti bioattivi (beta-glucani, attività antiossidante totale [TAA], acidi fenolici, carotenoidi, ecc.) nelle frazioni della perlatura di due varietà di Tritordeum (cvs. Aucan e Bulel), confrontando tali distribuzioni con quelle di una varietà di orzo polistico (cv. Ketos), una di frumento duro (cv. Saragolla) ed una di frumento tenero (cv. Illico) coltivati nella stessa località.

I risultati evidenziano che le due varietà di Tritordeum presentano, in media, una produttività inferiore del 37, 24 e 42%, rispettivamente, rispetto all’orzo, al frumento duro ed al frumento tenero. Il contenuto in beta-glucani delle due varietà di Tritordeum (0.65% ss) è inferiore a quello osservato nell’orzo (3.46% ss) e nel frumento tenero (0.85%), ma superiore a quello riscontrato nel frumento duro (0.39% ss).

Inoltre, la distribuzione dei beta-glucani nelle frazioni della perlatura di entrambe le varietà di Tritordeum è simile a quella riscontrata in frumento, con maggiori concentrazioni nelle frazioni intermedie della decorticatura. Allo stesso modo, la TAA delle due varietà di Tritordeum è significativamente inferiore a quella osservata nell’orzo, ma non si differenzia da quella osservata nel frumento duro e tenero.

In sintesi, i risultati ottenuti, seppur preliminari, indicano una maggiore somiglianza del Tritordeum al frumento in termini sia di concentrazione, sia di distribuzione dei diversi composti bioattivi all’interno della cariosside. Ulteriori studi sono, comunque, necessari per approfondire le conoscenze inerenti al profilo dei composti bioattivi di questo cereale.

Bibliografia: Giordano et al., 11° Convegno AISTEC, Roma, 22-24 Novembre 2017, 54