I costi economici e sociali dei cambiamenti climatici

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Fallire nell’adattamento ai cambiamenti climatici potrebbe costare migliaia di miliardi di dollari in mancata crescita.

Lo rivela il report “Adapt now: a global call for leadership on climate resilience the global commission on adaptation” pubblicato dalla Global Commission on Adaptation, un’organizzazione presieduta da Ban Ki-moon, ex-segretario generale delle Nazioni unite, Bill Gates – fondatore di Microsoft – e Kristalina Georgieva, Ceo ad interim della Banca Mondiale e probabile futura direttrice del Fondo Monetario internazionale al posto di Christine Lagarde.

Innanzitutto, spiegano gli autori del rapporto, i cambiamenti climatici potrebbero costare il 30% della produzione agricola mondiale entro il 2050 e, naturalmente, a subire le peggiori conseguenze saranno le 500 milioni di aziende agricole più piccole situate in tutte le parti del pianeta. Inoltre, entro lo stesso anno, il numero di persone che non dispone di acqua sufficiente per almeno un mese all’anno salirà dai 3,6 miliardi di oggi a oltre 5 miliardi.

L’espansione degli oceani e gli eventi atmosferici sempre più estremi costringeranno centinaia di milioni di persone che vivono sulle coste ad abbandonare le loro case. In termini economici, questo potrebbe tradursi in un costo di oltre mille miliardi di dollari all’anno. Entro il 2030, 100 milioni di persone nei Paesi in via di sviluppo potrebbe trovarsi al di sotto della soglia di povertà. Un costo immenso, dal punto di vista sociale. Ma anche da quello finanziario.

Il ritorno sugli investimenti necessari a migliorare la resilienza ai cambiamenti climatici – secondo la commissione – sarebbe infatti molto elevato, con un rapporto costi-benefici che va da 2:1 a 10:1. In altre parole, investendo un dollaro in resilienza se ne risparmierebbero fino a 10 in mancate spese. “In particolare – spiega il report – la nostra ricerca ha scoperto che investendo 1,8 trilioni di dollari a livello globale in cinque aree dal 2020 al 2030 si potrebbero generare 7,1 trilioni in benefici netti totali”.