La lignina è un’importantissima materia prima rinnovabile, disponibile sul mercato principalmente come prodotto secondario dell’industria della carta. La capacità di produzione mondiale di lignina è stimata in 50 milioni di tonnellate/anno, per lo più in forma di ligninsolfonati, tuttavia, circa il 98 % di questa quantità viene bruciato per fornire calore ed energia per la produzione di cellulosa.
Poiché la lignina è un prodotto disponibile in elevate quantità ad un prezzo piuttosto basso, il suo utilizzo rappresenta un valore aggiunto per qualunque tipo di applicazione. L’industria della plastica potrebbe essere una di queste aree.
In quest’ambito, Dávid Kun et al., dell’Università di Tecnologia ed Economia di Budapest (Ungheria) hanno pubblicato sull’European Polymer Journal un articolo riassuntivo disponibile online dal 24 aprile 2017 in cui sono stati riassunti i principali risultati e le tendenze future nell’uso della lignina in accoppiamento con le materie plastiche. Le applicazioni sono molto generali, ma riguardano anche materiali interessanti per l’imballaggio alimentare.
In generale la lignina può essere utilizzata in due modi: come semplice additivo in miscela con i polimeri oppure come componente reattivo per la preparazione di nuove tipologie di materie plastiche. Per quanto riguarda l’uso della lignina come semplice additivo, sono state già preparate miscele di lignina con diverse materie plastiche, tra cui le poliolefine e i polimeri con anelli aromatici, come di seguito indicato.
L’aggiunta di lignina alle poliolefine, come il polietilene, tal quale (PE) oppure a bassa densità (LDPE), ad alta densità (HDPE) ed infine lineare a bassa densità (LLDPE), consente di modificare alcune proprietà interessanti dei polimeri.