Cambiamenti climatici, una luce in fondo al tunnel secondo lpcc

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In tema di cambiamenti climatici siamo abituati a ricevere notizie sconfortanti dagli scienziati: le analisi concordano tutte sulla gravità della crisi, le responsabilità umane e l’incapacità dei Paesi di rispondere prontamente ed efficacemente alle sfide che ci vengono proposte.

Il report pubblicato dall’Ipcc (il principale organismo internazionale per la valutazione dei cambiamenti climatici) in realtà non fa eccezione. I toni con cui parla delle conseguenze del riscaldamento globale, ad esempio, sono tutt’altro che accomodanti: “molti cambiamenti dovuti alle emissioni di GHG passate e future sono irreversibili per secoli o millenni.

I ghiacciai montani e polari sono destinati a continuare a sciogliersi per decenni o secoli; il livello medio globale del mare è destinato ad aumentare per secoli o millenni  e la stratificazione dell’oceano superiore, l’acidificazione e la deossigenazione degli oceani continueranno ad aumentare […] e sono potenzialmente irreversibili per secoli e millenni”.

Accanto a questa presa d’atto della situazione (per alcuni doverosa: la precedente analisi dell’Ipcc risale al 2009 e usava toni molto diversi) il report contiene almeno due spunti incoraggianti. Per prima cosa rivela che in questi anni la capacità di analisi degli scienziati si è notevolmente potenziata e ora le stime sia delle cause che degli effetti sono più precise e affidabili.

Le nuove strategie, quindi, si prospettano più mirate ed efficaci. Il secondo aspetto, forse più promettente, è che il report enfatizza una soluzione che potrebbe invertire il trend in corso. I limiti del riscaldamento globale – spiega – saranno superati in questo secolo “a meno che non si verifichino nei prossimi decenni profonde riduzioni delle emissioni di CO2 e di altri gas serra”.

Secondo gli scienziati, infatti, la CO2 in atmosfera potrebbe essere rimossa a un ritmo superiore a quello delle emissioni. “Se la rimozione antropica di CO2 portasse a emissioni globali nette negative – afferma il report – si invertirebbe l’acidificazione superficiale degli oceani […] e l’aumento globale della temperatura superficiale indotto dalla CO2 sarebbe gradualmente invertito”.