Utilizzo della nanotecnologia come strumento per la lavorazione ed il confezionamento delle carni

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Le nanotecnologia è considerata come uno strumento intelligente da applicare nell’industria alimentare per favorire il prolungamento della shelf-life dei prodotti.

In questo contesto, l’obiettivo di uno studio recente, effettuato da un gruppo di ricercatori internazionali [Lamri et al., 2021], è stato quello di fornire una panoramica dei potenziali utilizzi di tale strumento nel settore delle carni.

Gli autori evidenziano che le nanoparticelle possono essere impiegate per rinforzare i materiali di confezionamento. Inoltre, tali particelle possono essere utilizzate anche come biosensori in grado di monitorare la qualità della carne durante il periodo di stoccaggio, oppure essere incluse direttamente nella formulazione dei prodotti come vettori di composti funzionali (come, ad esempio, antiossidanti ed antimicrobici).

Di conseguenza, la nanotecnologia può contribuire in modo efficace ad assicurare la sicurezza ed la qualità della carne, riducendone gli sprechi. Tuttavia, una più ampia implementazione di tale tecnologia è fortemente legata al suo valore economico, all’accettazione da parte dei consumatori ed al quadro normativo.

In particolare, le preoccupazioni relative all’eventuale tossicità delle nanoparticelle sono ancora controverse e, quindi, sono necessari strumenti analitici efficienti per l’identificazione e la quantificazione dei nanocomponenti nei prodotti a base di carne. Studi di migrazione di questi ultimi dal confezionamento ai prodotti sono fondamentali in quanto evidenzierebbero eventuali implicazioni per la salute dei consumatori.

Infine, valutazioni economiche mirate all’implementazione delle nanoparticelle nei sistemi di confezionamento della carne sono fondamentali poiché le informazioni disponibili in letteratura sono ancora decisamente limitate.

Riferimenti bibliografici: Lamri et al., Foods, 10, 2021, 1-25.