È sempre più pressante la richiesta di materiali in grado di mantenere il cibo più fresco per lunghi periodi di tempo.
In quest’ambito, è ormai noto che l’inserimento di additivi (“filler”) di dimensioni nanometriche nei polimeri migliora moltissimo le proprietà del materiale e diverse aziende in tutto il mondo stanno utilizzando le nanotecnologie nella produzione di sistemi da imballaggio alimentare.
Perché i filler nanometrici cambiano così tanto le proprietà di un materiale? Le nanotecnologie riguardano la manipolazione, la fabbricazione e la caratterizzazione delle sostanze su scala nanometrica al di sotto dei 100 nm, dove un nanometro (nm) corrisponde a un milionesimo di millimetro.
Un materiale che è formato da particelle con dimensione a livello dei nanometri ha un’elevata area di superficie (“area superficiale”) e questo porta una straordinaria modifica di alcune proprietà rispetto ai materiali formati da particelle con dimensioni su scala macro (metri, millimetri) o micro (micrometri, corrispondenti a un millesimo di millimetro).
Si pensi, ad esempio, alla reattività. Avere un’area superficiale maggiore significa avere più siti di reazione e questo viene già sfruttato nelle applicazioni sensoristiche e in nanomedicina. Quindi anche nel settore dei materiali da imballaggio si aprono diversi scenari.