Ingredienti OGM, valutazione di un metodo alternativo per la loro rilevazione

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Secondo i vigenti regolamenti europei, qualsiasi alimento contenente OGM deve riportare in etichetta l’indicazione: “contiene (nome dell’organismo o nome dell’ingrediente) geneticamente modificato”. Questa prescrizione non è obbligatoria se il contenuto in OGM è <0.9% degli ingredienti alimentari, considerati individualmente, purché la presenza sia accidentale o tecnicamente inevitabile.

Scopo di questo studio è stato quello di mettere a punto ed analizzare la performance di un metodo alternativo a quelli ufficiali per valutare il rispetto dell’etichettatura e la presenza di eventi non-autorizzati. A tale scopo, sono stati sviluppati 14 kit di biologia molecolare che, utilizzando le sequenze dei primers di riferimento, consentano di rilevare sia i geni endogeni (soia, mais, colza, lino, frumento, patata e barbabietola da zucchero), sia gli elementi di screening (P35S, Gene NTPII, TNOS, Gene CP4-EPSPS, Gene PAT, CTP e CTP2), con una netta riduzione dei costi.

Per ogni analita si è ottenuto il 100% di specificità e di sensibilità, mentre i risultati ottenuti per il calcolo dell’LOD95 per ogni gene endogeno ed elemento di screening possono ritenersi soddisfacenti, essendo per i primi tutti ≤4 cg/μl e per i secondi tutti ≤18 cg/μl, con l’unica eccezione del valore ottenuto per il rilevamento del CTP dove il LOD95 è risultato pari a 35 cg/μl. Concludendo, gli autori sostengono che i tempi di esecuzione delle analisi sono ridotti di 24 h rispetto al metodo ufficiale, con costi complessivi inferiori del 20%, pur mantenendo performance equivalenti.

Riferimenti bibliografici: Cioffi et al., Italian Journal of Food Safety, 11, 2022, 43.