Pietro Bonato, essere rapidi e credibili

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IL FUTURO DELLE CERTIFICAZIONI

Come sta evolvendo il settore in ambito alimentare? Come accennavo, cresce l’interesse verso i temi valoriali: sostenibilitĂ , ambiente, etica, corretta gestione dei lavoratori, prodotti free from (senza glutine, senza lattosio, senza OGM). Sta riscuotendo particolare interesse lo standard DTP 112 – Cereali e semi oleosi sostenibili. Definisce tecniche di coltivazione e trasformazione volte a produrre cereali e semi oleosi (e loro derivati) al meglio delle pratiche conosciute per garantire un prodotto sostenibile dal punto di vista ambientale, economico, sociale. Prevede diversi indicatori: difesa integrata, sostenibilitĂ  dei terreni, assenza di OGM, gestione dei contaminanti, rintracciabilitĂ , sicurezza sui luoghi di lavoro, contratti di lavoro, riconoscimento del prezzo equo agli agricoltori, carbon footprint, waterfootprint e produzione integrata. Ha successo perchè valorizza prodotti spesso indistinti e favorisce processi di innovazione nelle filiere agroalimentari. Altrettanto importante è Equalitas Sopt – sostenibilitĂ  della filiera vitivinicola: organizzazioni, prodotti, territori. E’ un modello di sostenibilitĂ  per il vino, prevede tre pilastri: economico, ambientale e sociale. Il primo valuta la capacitĂ  di generare lavoro e reddito; il secondo la capacitĂ  di mantenere qualitĂ  e riproducibilitĂ  delle risorse naturali; il terzo la capacitĂ  di garantire condizioni di benessere derivante dal rispetto di diritti umani, pratiche di lavoro ed operative leali, tutela dei consumatori, coinvolgimento e sviluppo della comunitĂ , salubritĂ  del prodotto, qualitĂ  culturale e del gesto di consumo. L’azienda si impegna anche a comunicare secondo apposite buone pratiche. La certificazione è uno strumento in piĂą anche per le attivitĂ  che erogano servizi al settore agroalimentare così come per la ristorazione di qualitĂ , gli agriturismo, l’hotellerie.

Termina un anno di lavoro, quali temi vi vedranno impegnati nel brevissimo periodo? Le nuove versioni delle norme ISO 9001 e ISO 14001, sistemi meno burocratici e meno formali rispetto alle versioni precedenti, impostati per accrescere la cultura della prevenzione. La norma ISO 9001 è da sempre la norma “base” per qualsiasi sistema si ritenga opportuno implementare; aiuta a gestire in modo organizzato ed efficace l’azienda e le eventuali certificazioni su temi specifici. La versione 2015 introduce l’approccio per processi, la strategia basata sull’analisi del rischio, la responsabilitĂ  di gestione e la flessibilitĂ  della documentazione. La norma ISO 14001:2015, chiede di adottare iniziative proattive per tutelare l’ambiente da danni e degrado. Tali iniziative devono essere coerenti con il contesto della organizzazione. Introduce inoltre i concetti di leadership e di “lifecycle thinking”. Quest’ultimo estende il controllo aziendale agli impatti ambientali associati ad uso, trattamento e smaltimento del prodotto a fine vita. Sposta inoltre il focus sul miglioramento delle prestazioni ambientali. Sono aspetti di rilievo da comunicare con chiarezza alle imprese chiamate ad adeguarsi. C’è poi il FSMA, la nuova normativa USA in materia di sicurezza alimentare cui devono attenersi le aziende interessate ad esportare e gli importatori con i quali collaborano.

Se dovessimo invece ampliare lo scenario al prossimo quinquennio? Punterei sulle certificazioni Benefit Corporation. Qualificano le aziende for-profit che vogliano guadagnare e nel contempo massimizzare il loro impatto positivo verso la societĂ  e l’ambiente. Con Nativa, prima B-Corp italiana certificata, lavoriamo ad iniziative di divulgazione e formazione volte per far conoscere questo modello aziendale e il relativo format di valutazione. Un altro tema emergente, che desta interesse e molta preoccupazione, è il ricorso alle nanotecnologie.

Pork chops at handling factory packaging plant raw organic

Automazione, condivisione in cloud, raccolta ed elaborazione di big data espongono le aziende a nuovi cyber-rischi, come ci si difende? Il tema è trattato dalle norme ISO 27000, la famiglia di standard internazionali che delineano il “sistema di gestione della sicurezza delle informazioni”. E’ una delle certificazioni piĂą importanti per una azienda. Le informazioni sono parte del patrimonio aziendale ed è indispensabile proteggerne riservatezza, integritĂ , disponibilitĂ . Le norme ISO 20000 sono invece lo strumento di riferimento per l’organizzazione dei servizi informatici. Hanno per obiettivo il raggiungimento della massima qualitĂ  dei servizi erogati ed il massimo contenimento di costi. Sono sempre piĂą adottate anche per le applicazioni nella filiera agroalimentare nonchĂ© per gli strumenti volti ad assicurare la business continuity, tema di grande attualitĂ  anche nel food. Il piano di “business continuity” documenta come un’organizzazione può ripristinare le proprie funzioni critiche dopo un grave danno.

La certificazione come strumento di semplificazione amministrativa, siamo lontani o è giĂ  realtĂ ? A caldo, risponderei che siamo lontani, anche se assistiamo ad una lenta evoluzione. Alcune amministrazioni pubbliche cominciano a considerare nella valutazione del rischio anche le certificazioni in materia di food safety. Il desiderata è, se non eliminare, almeno ridurre al minimo i controlli da parte delle autoritĂ  competenti in caso di aziende certificate. Alcune certificazioni assicurano giĂ  oggi alle aziende concreti vantaggi, per esempio il premio INAIL nel caso della OHSAS (Occupational health and safety assessment series – standard internazionale per un sistema di gestione della sicurezza e della salute dei lavoratori), o l’accesso ai piani di sviluppo rurale (es. SQNPI – Sistema di qualitĂ  nazionale di produzione integrata). Si procede a piccoli passi, ma la certificazione si sta rafforzando anche agli occhi della pubblica amministrazione.

In prospettiva si vede piĂą impegnato in progetti per aumentare le vostre possibilitĂ  di crescita nel mercato interno o all’estero? Siamo impegnati su entrambe i fronti. Non bisogna mai dimenticare che il rafforzamento di un organismo di certificazione rafforza anche le aziende clienti. Tra i miei obiettivi professionali vi è un’azione di “accreditamento” verso l’estero, in particolare verso la grande distribuzione internazionale e gli stakeholder istituzionali. Vorrei ampliare la nostra attivitĂ  e continuare a “difendere” le produzioni italiane e le loro certificazioni, per un crescente riconoscimento internazionale.