Da un’indagine Eurisko/Federsalus è emerso come un gran numero di italiani facciano abitualmente uso di integratori alimentari. Con 2,3 miliardi di giro d’affari in Italia (oltre 10 in Europa) e una crescita dall’aprile 2014 al marzo 2015 del 7,6%, il mercato degli alimenti speciali (integratori alimentari, alimenti arricchiti, prodotti dietetici, probiotici e functional food) ha superato i 170 milioni di confezioni vendute, mentre hanno raggiunto quota 1.800 le aziende che operano nel settore. E’ una locomotiva in corsa, frenata però da un mosaico europeo di normative, definizioni e regole disomogenee, che ostacolano export e libera diffusione dei prodotti. Il problema è infatti, un quadro legislativo diverso da paese a paese e in fase evolutiva, che interessa un’ampia gamma di preparati: omega 3, acido folico, caffeina, ginseng, probiotici, lievito di birra, vitamine, sali minerali…. Oltre agli aspetti regolatori, il settore è impegnato anche su altri fronti “caldi”, poiché il consumatore che ricorre sempre più frequentemente agli integratori ha finalmente alzato la soglia di attenzione su aspetti quali qualità, sicurezza, efficacia.