MiDI, innovazione tecnologica e internazionalizzazione

2028

strawberry juicy fruit in plastic bag packaging

Una recente iniziativa di CRA-IAA, con il patrocinio di EXPO2015, ha fatto il punto della situazione sulla ricerca italiana in campo agroalimentare affrontando temi come soluzioni eco-sostenibili, impiego di energie alternative, recupero degli scarti e dei reflui di lavorazione, la sicurezza e il controllo alimentare.

Parallelamente alla serie di eventi organizzati all’interno dell’area espositiva di Expo 2015, ve ne sono alcuni che, pur aderendo perfettamente agli obiettivi della manifestazione, hanno luogo in sedi differenti. Tra questi vi è la serie di conferenze “fuori Expo” che il CRA-IAA (l’unità di ricerca per i processi dell’industria agroalimentare) ha organizzato presso la propria sede di via Venezian, a Milano, con il patrocinio del Comitato Scientifico EXPO2015. L’iniziativa, che prende il nome di MiDI (Milan Demonstrative Iniziatives), si propone di diffondere i risultati della ricerca pubblica in campo agroalimentare. I temi affrontati riguardano principalmente le soluzioni eco-sostenibili, l’impiego di energie alternative, il recupero degli scarti e dei reflui di lavorazione, la sicurezza e il controllo alimentare, le sementi e le varietà vegetali. L’approccio è di tipo applicativo e, nel diffondere la conoscenza scientifica, vengono privilegiati i progetti attuati in sinergia tra mondo della ricerca pubblica e realtà private con l’obiettivo di contribuire al rilancio della competitività delle micro, piccole e medie imprese italiane e straniere. Per questo motivo, le ricerche presentate si preoccupano sempre di valorizzare anche le produzioni italiane, le innovazioni di prodotto e di processo, e le possibilità di internazionalizzazione. La conferenza dello scorso settembre, intendeva proprio favorire i contatti con potenziali partner stranieri illustrando loro i più recenti sviluppi della ricerca e le più innovative tecnologie ideate in Italia. Tra i progetti presentati c’è FAVORDENONDE, il cui complicato acronimo (ORganic Fruit And Vegetables: what happens to DEsired and NON-DEsired compounds?) illustra l’obiettivo dei ricercatori di confrontare alcuni prodotti agroalimentari biologici con i corrispondenti coltivati tradizionalmente, misurando la concentrazione sia di composti positivi, come antiossidanti e sostanze aromatiche (desired compounds), sia di sostanze indesiderate (come micotossine e allergeni). La particolarità della ricerca risiede nel fatto che l’analisi verrà effettuata su alimenti trasformati in piccoli impianti destinati alla produzione locale. L’intento finale, infatti, è quello di giudicare la validità dell’assunto popolare in base al quale “la preparazione di alimenti realizzata in casa, in piccole quantità e con materie prime di alta qualità garantisce, da sola, una migliore qualità sensoriale e nutrizionale rispetto al prodotto industriale”. Il progetto è coordinato da Roberto Lo Scalzo, del CREA-IAA Milano che, in questo contesto, si occupa di confrontare gli effetti di due sistemi di essicamento: un impianto convenzionale ed uno funzionante ad energia solare. Tra gli effetti “desired” che verranno valutati vi sono l’azione antiradicalica e la capacità antiossidante. La prima verrà verificata analizzando l’effetto della materia vegetale su radicali liberi generati in vitro mentre la seconda sarà stimata con una metodologia HPLC (High-performance liquid chromatography) attraverso la misurazione di alcuni metaboliti antiossidanti come l’acido ascorbico e il glutatione.

Cracked chocolate bar and cocoa beans on wooden background

Microonde e cereali
Un’altra applicazione sperimentale presentata al Midi, consiste nell’utilizzo della tecnologia a microonde per salvaguardare la qualità di cereali e legumi durante lo stoccaggio. In particolare, specificano gli ideatori della soluzione, l’applicazione è indirizzata al contrasto delle infestazioni biologiche che causano il 25% delle perdite di produzione di cereali e legumi in tutto il mondo. Il principio chiave è lo sfruttamento degli effetti del calore generato, in questo caso, dalle onde elettromagnetiche ma con diversi vantaggi aggiuntivi: l’utilizzo delle microonde, spiegano i ricercatori, è un metodo non invasivo che, rispetto ai tradizionali metodi chimici e ai fumiganti, permette costi contenuti, tempi di trattamento ridotti ed elimina sia la necessità di maneggiare agenti chimici pericolosi sia il rischio di contaminazione degli alimenti con residui di sostanze tossiche. Il tutto associato ad elevati livelli di efficacia e senza apportare modifiche nutrizionali o organolettiche ai prodotti. Secondo i risultati riportati al convegno, infatti, l’effetto di soppressione degli infestanti è stato assoluto. Il metodo applicato è quello di un breve riscaldamento a temperature letali per i parassiti (tra i 55°C e 60°C). L’efficacia è stata verificata nel corso degli anni e con diverse specie di infestanti in varie fasi del ciclo vitale (uova, larve, pupe e adulti): in tutti i casi è stata registrata una mortalità pari al 100%. Esito positivo anche per i test sull’eventuale deperimento dei prodotti sottoposti alla metodologia: nessun mutamento significativo è stato rilevato nell’aspetto, nel valore nutrizionale e nelle caratteristiche organolettiche. È stata anzi verificata l’assenza di agenti inquinanti e di conseguenze pericolose per alimenti o operatori. In conclusione, affermano i ricercatori, il trattamento con le microonde (denominato MiSyA) può rappresentare un valido sostituto dei metodi tradizionali e può essere impiegato su tutti i prodotti di origine vegetale: cereali (sono stati svolti esperimenti anche sul riso), legumi, semi e frutta essiccata.

Tractor is dumping wheat grains to silo

Pack Prolife
Nel campo del packaging attivo, è stato presentato il progetto PACK PROLIFE focalizzato sull’analisi delle cinetiche di trasferimento di sostanze da confezioni a base di propoli all’alimento. La propoli ha come principale componente volatile i terpenoidi che hanno una soglia olfattiva molto bassa e il progetto, oltre a valutare il livello di attività antimicrobica ed antiossidante dell’imballaggio attivo, si proponeva di capire se queste confezioni provocano all’alimento modifiche organolettiche tali da inficiarne le possibilità di utilizzo. I test sono stati svolti su prodotti tipici nazionali di largo consumo (settori lattiero-caseario e carni) con risultati estremamente variabili in funzione dell’alimento imballato. Questo dimostra la necessità di svolgere analisi specifiche per ogni prodotto. Il prosciutto crudo, ad esempio, non mostra alterazioni significative mentre il cotto viene deteriorato da alcune formulazioni ma non da altre. Un progetto analogo, ProInn, ha lavorato su un altro tipo di imballaggio attivo usato, in questo caso, per il confezionamento di formaggi, salumi e frutta riscontrando, sostanzialmente, la medesima necessità di svolgere analisi specifiche per ogni prodotto alimentare. La particolarità del progetto è che l’imballaggio attivo si basa su un polimero organico (sotto brevetto) che è in fase di sperimentazione per svariate applicazioni tra cui l’utilizzo come pacciame per le piante coltivate in vaso. Secondo i ricercatori, questa sostanza potrebbe anche dare origine a imballaggi alimentari edibili. L’evento Midi ha anche offerto una sessione dimostrativa nella quale è stato possibile visionare alcune delle apparecchiature utilizzate nel progetto Ipatech. Obiettivo principale di questo progetto era il trasferimento di una serie di innovazioni tecnologiche sviluppate durante un precedente progetto (MIERI) a piccole e medie imprese del settore agroalimentare dell’area adriatica (Croazia, Bosnia-Erzegovina, Albania, Italia e Grecia). Ogni partner di progetto, grazie ai fondi disponibili, ha acquistato e reso disponibile per gli imprenditori della sua regione uno dei macchinari realizzati nel progetto MIERI. Si tratta di apparecchiature progettate appositamente per le esigenze delle PMI: una linea ridotta per la produzione di marmellate e passate, alcuni essiccatori ad energia solare, un mini-caseificio e un negozio mobile con banchi refrigerati ad energia solare.