Alimentazione, ricerca e salute

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chia seeds in wooden spoon closeup in pure white backgroundIl cibo in questi ultimi decenni ha subito un forte cambiamento, passando da indispensabile e semplice fonte di energia ad una forma più evoluta dove sicurezza, qualità e aspetto sensoriale hanno assunto un ruolo sempre più determinante. Nel futuro prossimo dobbiamo aspettarci che l’aspetto salutistico, inteso nel senso più ampio del termine, diventi quello che i consumatori ricercheranno negli alimenti. Infatti, ampliando il detto “ognuno è ciò che mangia”, è ormai entrato nella quotidianità il concetto che la nostra alimentazione dialoga costantemente con il nostro DNA e, pertanto, l’attenzione non potrà che indirizzarsi in questa direzione. D’altro canto, la genomica sta diventando una scienza di uso sempre più comune, non solo in capo medico, ma anche in quello tecnologico e alimentare e, per dirla con Umberto Veronesi, ambiente e stile di vita (alimentazione compresa), in combinazione con la genetica, rende ogni persona unica e, pertanto, diversa da un’altra. Per affrontare questa nuova sfida l’industria dovrà saper utilizzare al meglio le risorse a disposizione, specie quelle umane, oltre che quelle delle tecnologie, tradizionali e innovative. Nel nostro Paese, rinnovando una tradizione che si ripete da anni, e che continuerà nei prossimi, nei mesi scorsi una quarantina di giovani hanno completato il loro percorso di studi acquisendo il titolo di Dottore di Ricerca in Food Science, Technology and Biotechnology. Hanno svolto il loro percorso di studio nelle nostre Università, con periodi studio anche presso Università straniere di prestigio, sviluppando ricerche nei campi più disparati del settore alimentare: dallo sviluppo di processo ai sistemi di controllo, dal recupero dei sottoprodotti alla protezione ambientale, dalla sicurezza degli alimenti alla loro qualità. Alcuni di questi neo Dottori di Ricerca potranno intraprendere la carriera universitaria, altri sono a disposizione, con le loro competenze, per il mondo del lavoro, specie per la ricerca e sviluppo di strategie innovative in grado di portare il settore alimentare nella direzione richiesta dai consumatori di domani. Anche la nuova rivoluzione industriale, definita “Industria 4.0”, potrà essere di aiuto a questa trasformazione. La fabbrica intelligente, o smart factory, caratterizzata da una forte capacità di adattamento, configurabilità e flessibilità sarà capace di produrre senza sprechi, di materia e di energia, e sarà in grado, definito il prodotto, di produrlo con la massima accuratezza. Una vera è propria rivoluzione che sarà resa possibile grazie alle tecnologie tradizionali implementate da quelle dell’informazione. In questo contesto lo stanziamento di 2,5 miliardi di euro voluto dal Governo e approvato dal CIPE nello scorso mese di maggio per la ricerca e sviluppo, in particolare nei settori Agrifood e Industria 4.0, potranno essere di aiuto e fungere da traino per la ricerca, non solo universitaria ma anche, e soprattutto, industriale per indirizzare le strategie produttive nella direzione richiesta dai consumatori di domani, senza dimenticare, però, di operare in linea con la tradizione alimentare del nostro Paese.