Il genere Listeria comprende 6 specie tra cui L. monocytogenes è considerata la più patogena ed è responsabile della maggior parte dei focolai di listeriosi, una malattia a trasmissione alimentare che rappresenta un grave problema per la salute pubblica.
Gli alimenti pronti al consumo (Ready-To-Eat) sono quelli più frequentemente implicati nei casi di listeriosi. Negli ultimi anni sono stati riportati, sia nell’uomo, sia negli animali, casi di malattia accompagnati da manifestazioni cliniche aspecifiche, attribuiti a specie di Listeria diverse dalla monocytogenes.
Con i metodi colturali più comunemente utilizzati per l’isolamento e l’identificazione, L. monocytogenes e le altre specie di Listeria presentano strette somiglianze morfologiche e biochimiche. Inoltre, queste metodiche comportano lunghi tempi di esecuzione e costi elevati. L’elevata mortalità della listeriosi rende, invece, necessaria la disponibilità di metodi rapidi e sensibili di rilevamento del patogeno.
In uno studio, effettuato da un gruppo di ricercatori italiani (Mazza et al., 2015), viene proposta una metodica rapida, sensibile e specifica per il rilevamento delle sei specie di Listeria (L. grayi, L. welshmeri, L. ivanovii, L. monocytogenes, L. seeligeri ed L. innocua), utilizzando specifiche coppie di primers in un’unica reazione di PCR multiplex. Per la sperimentazione, sono stati selezionati 118 ceppi di Listeria spp. precedentemente isolati in stabilimenti di produzione di salsiccia sarda da matrici carnee e superfici a contatto e non a contatto con le carni.
I ceppi sono stati sottoposti anche ad identificazione biochimica (mediante sistema API Listeria) come confronto. Con l’identificazione biochimica 73 ceppi (62%) sono risultati appartenere alla specie L. innocua, 26 (22%) ad L. welshmeri e 9 (8%) ad L. monocytogenes. Per 10 ceppi (8%) l’identificazione è risultata dubbia. La PCR multiplex ha, invece, mostrato una maggiore specificità rispetto all’identificazione biochimica, permettendo di identificare anche questi ultimi ceppi in maniera univoca.
I risultati evidenziano, pertanto, che la PCR multiplex proposta nello studio rappresenta un test di screening rapido, sensibile e specifico per la rilevazione di tutte le specie di Listeria, sia in alimenti, sia in campioni clinici, ed anche uno strumento utilizzabile ai fini epidemiologici in focolai di tossinfezione alimentare.
Riferimenti bibliografici
Mazza et al., Italian Journal of Food Safety, 4, 2015, 15
Elettroforesi PFGE per la determinazione della presenza di Listeria monocytogenes in salumifici