Polifosfati, impiego della cromatografia ionica per la loro determinazione negli alimenti

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Con il termine polifosfati viene indicata una categoria di additivi alimentari ammessi in tipologie differenti di alimenti in quanto ne migliorano l’aspetto e la consistenza.

La determinazione analitica di tali additivi è, però, particolarmente complessa e gli attuali metodi normati non sono completamente affidabili in quanto, essendo indiretti, possono causare false positività o false negatività. Pertanto, in questo lavoro viene proposta una nuova metodologia basata sulla cromatografia ionica, con rivelazione conduttimetrica e colonna a scambio anionico, (HPIC) per la determinazione dei polifosfati, da impiegare su un’ampia gamma di prodotti di origine animale (i.e. carni, formaggi e prodotti della pesca).

In particolare, per la sperimentazione, tra il 2016 ed il 2021, nell’ambito dei controlli ufficiali dei prodotti alimentari, sono stati analizzati complessivamente 238 campioni. Gli autori evidenziano che la preparazione di questi ultimi, prima dell’iniezione HPIC, richiede una semplice microfiltrazione. Nessun prodotto è risultato non conforme, ovvero con livelli di polifosfati superiori a quelli consentiti. Solamente un campione di wurstel ha fatto registrare una concentrazione piuttosto elevata, ma, comunque, all’interno di tali limiti (4.7 g/kg, a fronte di un limite pari a 5 g/kg).

Secondo lo studio, la tecnica proposta consente la determinazione dei polifosfati nei più importanti prodotti alimentari di origine animale non solo con una elevata selettività, ma anche con una buona accuratezza. Infine, i risultati ottenuti nel corso di 6 anni di attività di controllo hanno permesso di evidenziare un impiego sostanzialmente non elevato di questi additivi (che sono stati quantificati solamente nel 6.3% dei campioni analizzati).

Riferimenti bibliografici: Berardi et al., Italian Journal of Food Safety, 11, 2022, 16-17.