Mercato mondiale del senza glutine in crescita del 19%, Dr. Schär prima nei maggiori Paesi

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Mercato italiano della Gdo nel senza glutine cresce del 17%

“Gli ultimi 2 anni sono stati caratterizzati da uno spostamento delle vendite al canale Gdo – afferma Hannes Berger, amministratore delegato Dr Schär, in occasione della tavola rotonda moderata da Patrick Fontana, giornalista esperto in retail del Gruppo 24 Ore e caporedattore di Mark Up – In particolare, nel 2013 il mercato italiano della Gdo per i prodotti senza glutine è cresciuto del 17%”. Un mercato che è invece in lieve flessione per le farmacie, le quali fino a qualche anno fa detenevano il monopolio del prodotto, ma la cui forza è andata lentamente scemando, complice anche l’apertura di negozi specializzati, la cui localizzazione ad oggi è concentrata nel centro-Nord. Questo trend sembrerebbe destinato a crescere, anche per questioni legate alla prescrivibilità del prodotto gluten-free: in Italia infatti, a differenza di ciò che accade in altri paesi, lo Stato si fa carico delle spese legate all’acquisto di alimenti senza glutine (da parte dei pazienti certificati). Fino a poco tempo fa la prescrizione era valida solo nelle farmacie e nei negozi specializzati, ma ora per alcune regioni come Emilia, Veneto e Toscana, e per alcuni centri Lombardia, la Gdo sta cominciando a rientrare in questo circuito. Va da sé che anche i negozi specializzati sono destinati a risentire dell’attività dei grossi centri che possono permettersi di comprare in quantità maggiore ed abbassare i prezzi di vendita, anche se attualmente il consumatore è relativamente attento al prezzo, proprio per la questione della rimborsabilità del prodotto. Il fattore rimborsabilità influenza anche l’andamento attuale del mercato europeo di questi prodotti specializzati. “Sicuramente anche il fatto che in Italia e Inghilterra il prodotto sia rimborsato dallo Stato, gioca un ruolo nel loro posizionamento”, afferma l’amministratore delegato Dr Schar. Fiduciosa dunque del futuro del senza glutine nella Gdo, Dr. Schar insieme a Coop Lombardia sta lavorando su un progetto di category management, con uno studio alla base, da cui è emerso, tra le altre cose, che il consumatore celiaco vorrebbe vedere tutti i prodotti gluten-free concentrati in un’unica area del supermercato. “Se questo tipo di proposta venisse siglata dalla presidenza di Coop Lombardia, la revisione dei display su tutti i punti vendita per modificare l’esposizione potrebbe partire già da febbraio – afferma Luca Cappellari di Coop Lombardia – Negli ultimi 2 anni, 2012 e 2013 abbiamo deciso di puntare sul senza glutine, iniziando ad inserire prodotti sia a marchio che da fornitore e il senza glutine ha iniziato ad avere una quota sostanziale nelle vendite, che ad oggi costituisce il 2% della quota fatturato. Abbiamo riscontrato crescite a 2 cifre nel 2012 con +35% sulla quota fatturato e del 25% nel 2013 fino ad ottobre”.

I Numeri del Gruppo Dr. Schär

Fatturato 2012: 200 milioni di euro
Sedi: Italia, Germania, Inghilterra, USA, Spagna
Impianti produttivi: 2 in Italia, 3 in Germania, Spagna, USA
8 Marchi: Schär, Mevalia Low protein, Ceres MCT, DS – gluten free (canale GDO), Glutafin, Glutano, Trufree, Beiker (brand presenti solo in mercati esteri)
Dipendenti mondo: 628
Prodotti: oltre 300 referenze
Mercati: in Italia il Gruppo copre circa il 45% del mercato degli alimenti gluten free. In Europa la quota si aggira intorno al 35/40%

Dr. Schär, da sempre impegnata anche sul fronte del Foodservice, per garantire l’alimentazione di chi soffre di disturbi glutine correlati anche nel fuori casa, ha recentemente firmato una importante partnership anche con Rossopomodoro, catena di pizzerie con 22 punti ristorazione in Italia, in costante crescita che grazie all’accordo con Dr. Schär ed AIC (Associazione Italiana Celiachia) offre, oltre al normale menu, una selezione di pizze senza glutine. “Fino a pochi anni fa l’idea di avere un menù dedicato al senza glutine, nonostante le richieste che arrivavano da parte dei clienti, ci sembrava un’impresa impossibile – afferma Clelia Martino, general manager di Rosso Pomodoro. Soprattutto le problematiche connesse alla contaminazione, ci spaventavano. E’ stato quindi grazie alla volontà di Dr. Schär ed alla disponibilità di AIC se abbiamo superato tutte le difficoltà, firmando un protocollo di intesa. Questo accordo, per il quale è stata necessaria una fase di preparazione e di formazione del personale, durata circa 6 mesi, di fatto ha regolato tutti i processi produttivi, garantendo la totale sicurezza delle nostre pizze senza glutine. Ultima notazione – conclude la Martino – è il fattore del prezzo, che in considerazione della valenza sociale di questo servizio, è uguale sia per con il glutine che per quelle senza glutine. Il progetto partito da Milano si è già allargato a tutti i nostri punti vendita in Italia, e presto varcherà i confini nazionali con l’aggiunta del nostro ristorante a Londra”.