Industria alimentare, guardare oltre la crisi

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Sviluppo sostenibile, scelta consapevole
L’industria alimentare è sempre più attenta all’ambiente. I dati forniti da Federalimentare dicono che dagli anni Novanta a oggi i consumi di acqua si sono ridotti, in media, di circa il 30-40% e l’efficienza energetica è cresciuta del +7,8%. Merito dell’utilizzo integrale delle materie prime agricole, della corretta porzionatura dei prodotti, dell’estensione della loro freschezza e della durata, dell’ecoprogettazione del packaging, dell’uso razionale ed efficiente dei processi, in primis acqua ed energia. Ad aiutare lo sviluppo sostenibile anche gli investimenti in ricerca e sviluppo a favore dell’innovazione di prodotto e di processo, che contano ogni anno oltre 2 miliardi di euro (l’1,5% del suo fatturato). Sono più di 4mila i prodotti nuovi o “riformulati” immessi sul mercato dall’industria alimentare dal 2005 ad oggi. Progetti volti non solo a migliorare e diversificare l’offerta, ma anche ad ottimizzare i consumi e ridurre gli sprechi, anche grazie a nuove tipologie di packaging dall’impatto sempre più ridotto per l’ambiente e per gli sprechi alimentari. In 10 anni l’industria alimentare italiana ha ridotto gli imballaggi di circa il 40%, un -17% dei costi relativi al trasporto e il +10% di materiale riutilizzato. Il che significa non aver immesso sul mercato 300 milioni di imballi primari ed un risparmio del 20% circa delle emissioni di CO2. La ricerca per la formulazione di nuovi imballaggi migliora inoltre la shelf-life dei prodotti alimentari a livello sia della distribuzione, che del consumatore finale, riducendo gli sprechi alimentari e garantendo un importante risparmio di risorse a monte.